La fiducia non nasce dal nulla. Non si compra. Non arriva nemmeno perché qualcuno ci approva. La fiducia in sé si costruisce. Ogni giorno, con ogni scelta, con ogni tentennamento affrontato.
Perché fidarsi è così difficile?
Sappiamo sentire.
A volte sappiamo anche cosa vogliamo.
Ma quando arriva il momento di scegliere — da sole, senza chiedere conferme, senza ricalcare le mosse degli altri — lì si blocca tutto.
Perché? Perché fidarsi significa assumersi la responsabilità delle proprie decisioni. E ci spaventa. Perché potremmo sbagliare, deludere, perdere tempo o reputazione.
E così, preferiamo aspettare: una validazione esterna, un segnale chiarissimo, o qualcuno che ci dica “sì, fai bene”.
Ma nel business (e nella vita) aspettare la conferma “definitiva” può diventare il modo più veloce ed “elegante” per auto-ostacolarsi o auto-danneggiarsi.
Che cos’è davvero la fiducia in sé (secondo la scienza, non i Baci Perugina)
La fiducia in sé stessi è quella convinzione interna che ci permette di agire anche in assenza di conferme esterne. Non è arroganza, né ottimismo forzato. E nemmeno incoscienza. È la sensazione che, qualunque cosa accada, saremo in grado di gestirla.
Secondo la psicologia, la fiducia si costruisce nel tempo attraverso l’esperienza, l’auto-osservazione e l’elaborazione delle nostre emozioni. Non è solo un tema motivazionale: ha basi neurobiologiche. Il cervello registra le esperienze positive legate all’auto-efficacia — ovvero, quando facciamo qualcosa e vediamo che funziona — e le trasforma in una memoria emotiva che ci guida nelle scelte future.
Ma quando mancano queste esperienze o quando sono stati sistematicamente invalidati i nostri segnali interiori (per esempio dall’educazione, gli ambienti lavorativi tossici o le critiche distruttive continue), può crearsi un circolo vizioso: ogni volta che dubitiamo di noi, rafforziamo l’idea che non possiamo fidarci. E ogni scelta evitata conferma quella paura.
Questo meccanismo si alimenta da solo: più rimandiamo, più perdiamo fiducia. Più perdiamo fiducia, più rimandiamo.
Rompere questo ciclo richiede un cambio di prospettiva: smettere di aspettare di sentirsi pronti e iniziare a coltivare la fiducia come una pratica quotidiana.
E qui arriviamo al cuore di questo articolo: come farlo, concretamente.
Fidarsi non è avere tutte le risposte
È sapere che puoi affrontare anche quelle che non hai ancora.
Che puoi agire nonostante le incognite.
Che puoi sostenerti anche se sbagli.
Fiducia non è sicurezza assoluta.
È un muscolo. E come ogni muscolo, si allena solo con la pratica.
Come si coltiva la fiducia in sé
senza aspettare di sentirsi “pronti”
- Segui l’intuito per un giorno intero – impegnati a fare almeno 3 scelte seguendo la tua prima sensazione. Ad esempio: faccio quel reel che ho in mente da tempo ma che mi vergogno a fare? Dico di no all’ennesima call che mi sembra superflua a dispetto di cosa tizio o caio penseranno? Ho un piccolo budget per la promozione, investo in lead generation oppure in sponsorizzate Meta? Decici. Fidati del tuo intuito e giudizio. Senza chiedere pareri, senza tornare indietro. Magari ti sembrerà strano — ma è così che si costruisce il legame con la tua sicurezza interiore.
- Agisci prima di sentirti sicura – aspettare la chiarezza assoluta è spesso un alibi (o una scusa). Fai quel passo anche se non hai tutte le risposte — soprattutto nelle scelte di posizionamento, pricing, collaborazioni, strategie, contenuto… Allenati a dire: “Ho abbastanza per iniziare.”
- Tieni traccia delle volte in cui ti sei fidata e ha funzionato – hai esempi di scelte fatte con l’intuito che ti hanno portato qualcosa di buono? Anche se piccole, piccolissime o non strettamente legate alla tua attività: scrivili! Ad esempio: hai scelto un vestito diverso da quello che ti consigliava la tua amica e quando l’hai indossato la prima volta ti sei sentita bene, forte, sicura e, perché no, bella. Oppure, hai detto no a un progetto che non sentivi tuo e si è rivelata una buona scelta. Annota anche quello. Costruirai la tua personale “banca dati della fiducia”.
- Individua quando dubiti (e perché) – quali situazioni ti portano a metterti in discussione? Succede su tutto o solo in determinate situazioni o con determinate persone? Rendersene conto ti dà un vantaggio: smetti di agire su automatismi e cominci a rispondere con consapevolezza. Per esempio: ti capita di dubitare quando ricevi un feedback negativo? Quando qualcuno mette in discussione una tua decisione? Quando ti confronti con chi sembra andare più veloce o saperne più di te?
Una scelta alla volta. Un muscolo alla volta.
Fidarsi di sé non è un dono.
È un allenamento silenzioso fatto di decisioni, errori, conferme, coraggio.
Puoi iniziare oggi.
Con una sola scelta che senti tua. Anche piccola.
Perché sì: fidarsi è difficile.
Ma lo diventa meno ogni volta che ci provi.
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